Si può pensare che tradurre libri per bambini sia un gioco da ragazzi. Poco testo, spesso frasi molto semplici e tante immagini.
Che vuoi che sia? Ma spesso un testo dedicato a un pubblico di piccoli lettori presenta delle sfide e delle insidie specifiche, che spesso mettono alla prova il traduttore.
Ma allora non è così semplice!
I traduttori che lavorano in questo settore potranno capirmi. Tradurre libri per bambini può sembrare un gioco da ragazzi, ma non lo è.
Tradurre non è semplicemente comunicare da una lingua a un’altra, ma è anche la trasposizione di un’intera cultura. trasmessa da un testo. E questa è una delle sfide più affascinanti da affrontare quando si parla di libri per bambini.
Ma perché ho deciso di tradurre libri per bambini?
Dunque, tutto è iniziato durante gli anni universitari della specializzazione in Traduzione Letteraria. Un giorno la mia docente di traduzione dall’inglese ci illustrò questo bellissimo mondo e per me fu amore a prima vista. Scoprii gli albi illustrati, le prime letture, li young novels e i libri gioco e attività. Decisi che la mia tesi di laurea specialistica sarebbe stata sulla traduzione di libri per bambini, analizzando i cambiamenti e le proporzioni di testo e immagini mano a mano che il bambino cresce. È così è stato.
Mi dedicai alla traduzione di quattro libri per bambini dedicati a diverse fasce di età, dai 3 ai 10 anni. Subito mi fu chiaro come la proporzione fra testo e immagini cambiasse con l’aumentare dell’età: più piccoli sono i lettori e più immagini saranno contenute in un testo, che ovviamente sarà ridotto rispetto a un libro per bambini più grandi.
Le sfide che mi si presentarono allora furono molteplici e non sempre crescevano di difficoltà in base all’età del bambino.
In particolare, ricordo i dubbi di resa dello “you” inglese con il “voi” o il “lei” per un testo ambientato nel XVII secolo (alla fine optai per il “voi” dato il contesto storico); e la differenza fra “chips” and “french fries” per poterle rendere al meglio.
L’esperienza della tesi rafforzò in me il desiderio di diventare una traduttrice editoriale, soprattutto di libri per bambini, facendomi acquisire una maggiore consapevolezza di tutte le insidie che un testo all’apparenza semplice puó presentare.
Cosa ho imparato?
Dopo tanti anni di esperienza nel settore e più di cinquanta titoli all’attivo, ogni libro è una nuova avventura, ricco di sfide, possibilità e soluzioni inedite: dubbi e domande su come rendere un nome parlante, scrupoli su come rendere un determinato realia (un elemento della cultura propria della lingua di partenza), e chi più ne ha, più ne metta.
Affrontare un universo così variegato che raccoglie libri destinati a bambini di tutte le età, dalla prescolare all’adolescenza, non può essere un gioco ragazzi.