Molti traduttori, sia in ambito editoriale che più prettamente tecnici, svolgono anche il lavoro del revisore. Io ne sono un esempio: oltre a tradurre testi editoriali, offro anche servizi di revisione.
Revisore o editor?
Prima di tutto, è necessario fare una distinzione: la revisione non deve essere confusa con l’editing. Il lavoro del revisore differisce da quello dell’editor, perché lavorano su aspetti differenti di un testo, anche se possono avere qualche punto in comune.
Chi non è pratico del nostro mestiere potrebbe chiedersi che cosa faccia questa misteriosa figura.
Cosa fa esattamente un revisore?
Il lavoro di un revisore consiste sostanzialmente nel revisionare una traduzione svolta da un altro traduttore.
In pratica, si tratta di verificare che un testo sia stato tradotto correttamente da una lingua a un’altra. Di solito la lingua di partenza è una delle lingue di lavoro di un revisore, mentre quella di arrivo è la sua lingua madre.
Nel mio caso, revisiono traduzioni dall’inglese e dal tedesco verso l’italiano.
Che tipo di errori può incontrare un revisore?
Il lavoro del revisore richiede un’altissima concentrazione, in quanto un testo tradotto può presentare svariati errori.
Gli errori più comuni che si possono incontrare nel lavoro del revisore sono gli errori di traduzione, ovvero quando una parola, una frase o un concetto vengono resi in modo errato, alterandone il significato originale; e il calco linguistico: la coniazione di nuovi termini riprendendo le strutture della lingua di provenienza dando vita a traduzioni errate. I calchi possono coinvolgere singole parole o intere strutture semantiche.
Tutto qui?
Certo che no! Un revisore deve anche verificare che la traduzione, quindi nel mio caso la resa in italiano, “scorra” e sia il più possibile naturale all’orecchio del lettore.
Inoltre, deve anche controllare altri aspetti molto importanti di un testo, come la sua coerenza interna. In pratica, tutto deve tornare e non devono esserci discrepanze.
Una figura davvero importante!